Prima di entrare nel vivo di questo report è d'obbligo da parte nostra ringraziarvi per il supporto che ci date espresso attraverso le tante mail di condivisione e ringraziamento che ci giungono, quindi consentitemi questa volta di ringraziarvi apertamente di tutto!!
La settimana si è conclusa con gli eventi drammatici di Oslo che probabilmente si rifletteranno sui mercati nelle prossime settimane, ci uniamo nel cordoglio per le vittime degli attentati e ci auguriamo, anche se utopisticamente, che fatti del genere non accadano più in nessun luogo del mondo.
ANALISI MACROECONOMICA
Dunque l'Europa si è mossa!! Il piano messo a punto dai capi di stato europei e più in particolare dalla Merkel e da Sarkozy, ha rivitalizzato sia i mercati azionari che la moneta unica, scontata la notizia positiva e con lo, almeno per il momento, scongiurato default della Grecia, l'attenzione ora rimane puntata sull'attuazione del piano stesso.
I prossimi mesi saranno determinanti in quanto il suddetto piano apre ancora una volta il capitolo Eurobond, la mia visione in tal senso è che se anche l'incremento del fondo salva stati dovrebbe garantire a tutti i membri sonni più tranquilli, quello di cui l'Europa avrebbe realmente bisogno è una politica comune che non renda vani gli sforzi e i sacrifici che tutti siamo chiamati a fare per far fronte a questa situazione.
Difatti se l'UE non fa un passo avanti per creare una vera unione attraverso gli Eurobond resta una preda facile in quanto avanza in ordine sparso e paesi fragili come i P.I.I.G.S. saranno sempre in balia della speculazione.
Oltreoceano la situazione non è migliore, per fare un esempio stati come il New Jersey e la California presentano conti non migliori della Grecia, ma il tutto viene smorzato dallo scudo federale esistente che mette detti stati al riparo. L'unica arma che l'Europa può sfoderare è puntare alla crescita attraverso programmi che possano ridurre drasticamente la disoccupazione e che mettano le nuove generazioni in condizioni di reintegrarsi in una società che ai loro occhi si rende despota.
La situazione USA come detto non è certamente migliore rispetto all'Europa, ma la loro coesione di intenti li rende sicuramente più forti e meno vulnerabili. All'audizione di Bernanke di fronte al congresso per la relazione semestrale dell'andamento dell'economia, alla domanda di un senatore Bernanke ha risposto "It's no money", no l'oro non è denaro!! E facendo riferimento alla crisi di liquidità, non ha escluso nuove iniezioni di liquidità, aggiungendo che il vero pericolo per l'economia americana è la deflazione.
Quindi anche l'America non ha scelta deve entrare in una mentalità di austerity per risollevarsi, la vecchia filosofia consumo oggi e pago poi deve essere accantonata, basti pensare che Washington paga 4,5 miliardi di dollari al giorno di interessi.
ANALISI DEI MERCATI
Dopo l'avvio di settimana decisamente nero i listini azionari europei hanno recuperato molto del terreno perso in particolar modo il FTSE MIB si è riportato sopra quota 19000, sfiorando la soglia soglia dei 20000 punti, come indicato nel precedente report passata area 19100 punti probabili escursioni sopra quota 20000 in questa settimana con proseguimento rialzista sopra quota 20600.
Il DAX recupera anch'esso terreno anche se in misura ridotta, visto che sarà la Germania ad accollarsi la gran parte del sacrificio per il salvataggio della Grecia. La chiusura di venerdi vede l'indice riportarsi sopra quota 7300 attestandosi a 7348 punti da qui probabili sviluppi rialzisti fino in area 7500, la mancata tenuta al di sopra di 7300 potrebbe innescare sviluppi ribassisti fino in area 7000.
Per quanto riguarda i listini americani bene il DOW JONES che si riporta sopra quota 12500 punti, anche se resta da passare l'area di 12720 a conferma di ulteriori rialzi, se non devesse riuscire lo sforamento di detta area possibili sviluppi ribassisti fino in area 12250. Stessa situaziione per il listino tecnologico che si attesta in chiusura sopra area 2400 punti e solo una tenuta di detta area potrebbe consentire sviluppi rialzisti fino a 2650/2700 punti. Il ritorno sotto 2400 potrebbe causare una discesa fino in area 2300 con estensioni fino a 2250.
Per il petrolio cambiato il contratto ora il riferimento è quello con scadenza settembre, e come indicato nel precedente report la rottura dell'area di 97.40$ ha portato i prezzi fino a 100$ al barile. Per questa settimana con la tenuta di area 99$ possibili spinte rialziste fino a 104$, la mancata rottura della soglia dei 100$ potrebbe riportare i prezzi 94.50$.
ANALISI VALUTE
Dopo il test di area 1.4000 il cambio euro dollaro sulla scia di quanto sopra esposto si riporta sopra 1.4400, livello di maggior interesse al rialzo è la rottura di 14404, che potrebbe innescare nuovi rialzi fino in area 1.4700, mentre al ribasso l'area da monitorare è 1.4282, con possibili sviluppi ribassisti in area 1.4160 prima e 1.4000 poi.
Per il cable la rottura di 1.6340 potrebbe spingere i prezzi fino 1.6550, al ribasso sotto 1.6235 possibili test di 1.6000.
Per il cambio USD/CHF dopo i minimi fatti registare e con il leggero ottimisismo sui mercati, il franco perde un po della sua forza possibili test di area 0.8350 sopra la quale si potrebbero ritestare i massimi di periodo in area 0.8550, il mancato superamento dell'area 0.8270 potrebbe causare nuovi minimi sotto area 0.8080.
Infine per il cambio USD/JPY probabile escursioni fino ai minimi storici con la rottura di area 78.00, viceversa la tenuta di quest'area potrebbe riportare i prezzi fino 79.50/80.00.
A cura di Francesco Dipino
Buon trading Domenico e Francesco
Disclaimer
0 commenti:
Posta un commento